POTENZA- La politica lucana in vista delle elezioni regionali è di fatto finita nelle sabbie mobili. L’attenzione nei due schieramenti maggiori è tutta rivolta alla scelta dei candidati Governatori e alle liste. Il sindacato è da tempo preoccupato. Non passa giorno che non arrivi alle redazioni giornalistiche un comunicato di allarme sociale. La recente festa della Cgil è stata un nuovo “atto di accusa” e il segretario della Cisl Gambardella da qualche settimana ha ripreso a far sentire la sua voce critica. Sul fronte Uil il segretario generale Carmine Vaccaro prova di nuovo a scuotere la politica. Abbiamo raccolto le sue valutazioni.
Che lettura dà della situazione generale del Paese che si scarica naturalmente sulla nostra regione?
«C’ è tanta rischiosità sociale nel nostro tempo. I segni che pervengono sono preoccupanti, cosi come si sono presentati negli sconvolgenti mesi di questa estate, spaurita e gravida di sinistri. A cominciare da quel terribile accartocciarsi di ‘cielo e terra’ nella tragedia del ponte Morandi a Genova. Segno tremendo e plastico di come si possa concludere la lunga fase dello sviluppo del dopoguerra in un pericoloso presente, chiuso a speranze di miglioramento. E poi in tutt’altro posto, vicino alle nostre terre, la pericolosità incombente della natura del Raganello e lo spaesamento nel Pollino. Luoghi che attraggono, che vogliamo promuovere all’attenzione del turismo, eppure ancora terre incognite. La società si contrae, si rattrappisce nel bisogno di sicurezza più forte del bisogno di libertà. Rifiuta ogni delega, anima della vera democrazia. Non vuole sapere la verità dai giornali, non accetta il parere degli scienziati, contesta persino fisicamente professori e medici, nega il valore della competenza politica fino a mettere in discussione il Parlamento, per il quale si ipotizza una estrazione a sorte dei suoi membri. Fino a farsi beffa della cooperazione internazionale, dell’integrazione, della tolleranza, del riflesso cristiano di aiuto a chi non sta bene per far avanzare lo stare insieme, con l’inclusione dei tanti. Non illudiamoci, questi interrogativi radicali valgono anche per noi in Basilicata».
L’intervista integrale sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”
di Arturo Giglio