TRICARICO – Ventisei pazienti, 13 operatori sanitari. Di cui, sette tricaricesi. Tutti riconducibili al focolaio del Don Gnocchi.
Tra ieri e oggi gradualmente si procederà alla processazione di un altro centinaio di tamponi. Una decina, invece, i familiari tricaricesi in isolamento. Questa la fotografia scattata ad oggi a Tricarico dai numeri freddi diffusi dal sindaco Vincenzo Carbone.

Ma presto saranno effettuati altri esami, in primis sull’ospedale distrettuale. E in seconda battuta, forse, anche sull’intera popolazione, che da quattro giorni si ritrova alle prese con la “quarantena”, come da ordinanza del presidente Bardi. “Stiamo attendendo risposte, perché abbiamo raggiunto un accordo- spiega il primo cittadino – che terminati gli esami al centro di riabilitazione, dove ne mancano orientativamente un’ottantina, estenderemo i test anche alla struttura ospedaliera confinante. Si è deciso di allargare il campionamento anche sugli operatori, sui sanitari e non, più i pazienti ricoverati nel nosocomio”. Intanto l’amministrazione opta per la sanificazione degli ambienti, non condividendo la presunta conversione delle strutture sanitarie in strutture Covid. Esprimendo, altresì, “preoccupazione e solidarietà per i pazienti e operatori sanitari risultati positivi al coronavirus, per quanti attendono con grande preoccupazione l’esito del tampone e non ultimi, per i sanitari che, seppur risultati negativi al tampone eseguito nei giorni scorsi, attualmente continuano a prestare assistenza ai pazienti con Covid-19 presso il centro Don Gnocchi senza le dovute precauzioni”, chiede a gran voce a tutti i rappresentanti delle istituzioni sanitarie regionali e nazionali di “rispondere all’emergenza coronavirus con una programmazione chiara e puntuale. “La gestione non tempestiva dell’emergenza sanitaria che si è configurata nella nostra comunità – sostiene Carbone – rappresenta un rischio che può rivelarsi fatale”. L’amministrazione pertanto chiede quale decisione è stata presa a livello regionale in merito alla struttura Don Gnocchi, perché le reti di comunicazione regionali dichiarano una conversione in ospedale Covid-19” quando allo stato attuale il sindaco, quale massima autorità responsabile della salute pubblica di Tricarico “non è stato informato di tale previsione, perché il Sindaco non è stato ad oggi coinvolto nelle discussioni che riguardano la situazione di grave emergenza che incombe sul nostro paese, perché ad oggi la Regione non risponde in merito alla richiesta di screening allargato richiesto da codesta amministrazione. L’amministrazione chiede – quindi – che la Fondazione Don Gnocchi conservi il profilo di eccellenza quale centro riabilitativo piuttosto che configurarsi come centro Covid. L’amministrazione, in una dura nota, afferma che pretende “delle risposte chiare ad ognuno dei suddetti quesiti e soprattutto imminenti, in linea con il carattere di urgenza che il triste momento ci impone”. E chiede di “non vanificare il vantaggio che l’epidemia ha favorito alle nostre regioni interessando inizialmente le aree del Nord Italia. Non è ammissibile ad oggi farsi trovare impreparati a fronte di una situazione già annunciata, già affrontata, con evidenze di numeri e misure da intraprendere. Quando gli esperti annunciano che l’Italia sta facendo scuola in tutto il mondo per come sta affrontando l’emergenza, noi pretendiamo che anche nella nostra regione si apprenda dai modelli che con successo stanno fornendo evidenze scientifiche”.
L’intervista integrale sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”
di Michelangelo Russo