POTENZA- Flavio Olita parla a nome di tutti i potentini che, come lui, si ritrovano alle prese con i disagi determinati dal contesto cittadino che non permette ai diversamente abili di gestire la propria vita in autonomia. Al fianco di Flavio ci sono i suoi coetanei che, attraverso il Forum dei Giovani, si danno da fare per cercare di rispondere alle istanze del territorio, con particolare attenzione alle nuove generazioni.
A circa nove mesi dall’istituzione, sono già numerose le iniziative promosse dal Forum e quella della disabilità è diventata una questione prioritaria.
Come evidenziato nel corso della presentazione del progetto “Barriere Zero – Potenza per Tutti”. Non poteva non essere così, considerate le numerose sollecitazioni giunte da cittadini e famiglie.
“Anche attraverso l’aiuto di Flavio, siamo riusciti a intercettare il disagio e le fragilità di chi vive quotidianamente questi problemi – spiega Paolo Lotito del coordinamento del Forum dei Giovani di Potenza – e con l’iniziativa “Barriere Zero” cercheremo di mantenere alta l’attenzione servendoci dei nostri canali di comunicazione, affinché Potenza possa diventare una città inclusiva e accessibile. A seguito di una mappatura dettagliata della città – afferma Lotito – già in parte tracciata, veicoleremo un logo, che sarà realizzato a conclusione di un contest grafico, per spingere i gestori dei locali cittadini, e non solo, a evidenziare la possibilità di accesso alle persone con disabilità, nella speranza che siano sempre più numerosi i luoghi, gli spazi e le strade in cui far apparire quello che vuole essere un segno tangibile di civiltà”.
A guidare il coordinamento del Forum dei Giovani nella ricerca dei “punti neri”, che rendono i luoghi del capoluogo di regione inaccessibili, è Flavio Olita.
Una fotografia del disagio puntualmente registrata dal giovane universitario potentino è distinguibile chiaramente sul suo profilo facebook. “Potenza non è una città a misura di diversamente abile – rileva Flavio al microfono de La Nuova Tv – ed è sotto gli occhi di tutti. Il fatto che abbia dovuto rinunciare a frequentare l’università di Basilicata la dice lunga sul grado di difficoltà riscontrato“.
Le parole di Flavio sono un pugno nello stomaco e ci chiediamo come mai non è seguito, immediatamente, un intervento tale da porre rimedio al problema.
Ancor di più perché si sta parlando di un contesto in cui germina il seme della conoscenza, in netta contraddizione con quelle che a questo punto si manifestano come barriere culturali, oltre che architettoniche. “Sono iscritto al corso di laurea in informatica – prosegue nel suo racconto Flavio – ma a causa dei problemi che dovevo affrontare sono stato costretto a sospendere gli studi dopo aver frequentato il primo anno”.
“Le porte tagliafuoco collocate un po’ ovunque non mi permettono di accedere negli ambienti del Campus di Macchia Romana perché è impossibile aprirle da solo”.
“Per non parlare dell’accesso alle aule. Ho seguito gli studi in un banco attaccato alla cattedra del docente – continua – e per me ha significato l’isolamento, non riuscendo a comunicare con il resto dei colleghi, in una posizione per giunta scomoda che mi costringeva a stare svariate ore con il collo in trazione. Mi avevano assicurato la presenza di un accompagnatore, ma purtroppo non è stato così. Non mi sono mai fermato, riuscendo a portare il tema all’attenzione del governo regionale. Circa tre mesi fa sono stato ascoltato in quarta commissione consiliare e, a seguito dell’audizione, non sono mancate le risposte. Con l’approvazione di una mozione in Consiglio regionale sono state rese disponibili risorse per un milione di euro, ma di contro, nessuna risposta è giunta dai vertici dell’Ateneo, che avrebbero dovuto presentare una relazione programmatica degli interventi dopo l’esecuzione dei sopralluoghi”.
E se frequentare il campus universitario potentino per Flavio è diventato impossibile, la situazione resta complessa anche per quanto riguarda la mobilità in città.
“Buona parte degli esercizi commerciali – scandisce – sono inaccessibili poiché non dispongono di una pedana per le carrozzine. Ma in generale la mobilità è compromessa dalla presenza di ostacoli, a cominciare dai marciapiedi impraticabili per i diversamente abili”.
A questo punto si spera vivamente che l’iniziativa “Barriere Zero – Potenza per Tutti” possa rappresentare l’avvio di un cambiamento radicale in tal senso. E che quella dell’abbattimento delle barriere architettoniche sia posta tra le urgenze da annotare nell’agenda politico-istituzionale di colui che sarà designato alla guida del capoluogo di regione.
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