POTENZA – Quanto accaduto il 14 agosto scorso al Ponte Morandi di Genova ha avuto l’effetto di un terremoto che ha scosso non solo l’opinione pubblica, ma ha fatto detonare un problema che tocca nel profondo la stessa struttura dell’Italia. Da anni la manutenzione ordinaria di quelle che sono arterie viarie anche importanti è diventata straordinaria, nel migliore dei casi, in altri è stata semplicemente messa in deroga alle opzioni di bilancio, ovvero posticipata all’infinito. Il risultato parla di strutture in degrado e fragilità evidenti in tutto il Paese. E il termometro della febbre da manutenzione non si arresta. Il 65% delle opere affidate in gestione alle Province ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione, si tratta di circa 30mila opere infrastrutturali tra cui soprattutto ponti, viadotti e gallerie. Il costo complessivo per gli interventi supererebbe di poco i 3 miliardi di euro. La stima è dell’Upi, l’Unione delle Province d’Italia, che ieri ha presentato alla stampa i risultati di un monitoraggio sulle opere gestite da questi enti. Per la Basilicata è di 95 milioni di euro il fabbisogno di risorse quantificato per il controllo e la manutenzione dei ponti sul territorio di competenza. Il dato fornito dall’amministrazione provinciale riguarda le 180 strutture esistenti in provincia e che sono quelle relative alla maggiore utilizzazione da parte del traffico catalogate come «interventi urgenti priorità 1». A questi vanno poi aggiunti circa 57 milioni per altre 401 opere da sottoporre a monitoraggio.
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