POTENZA- Elisa, Grazia, Anna Rosa, Marina, Angela. Sono i nomi legati ai fatti più tragici avvenuti in Basilicata. Nomi di donne. Giovani vite spezzate per mano amica. Tragedie per le quali c’è chi ancora non si dà pace. Solo un anno fa, una mattina la comunità di Melfi nel Potentino si è svegliata sotto choc. Durante il turno di lavoro notturno, Antonio Girardi, guardia giurata di 33 anni è tornato improvvisamente a casa e ha freddato a colpi di pistola la giovane moglie ucraina, Marina Novozhylova, sposata appena sette mesi prima. Pochi istanti dopo ha puntato contro di sé la sua pistola d’ordinanza e si è tolto la vita. La Basilicata dunque non risulta immune da fatti tragici come quelli che si registrano in tutto il paese, in tutto il mondo e per contrastare i quali istituzioni e mondo associativo da tempo si sono messi in moto promuovendo azioni concrete di prevenzione e sostegno. Di contrasto alla violenza sulle donne. Nell’ambito di tale contesto la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere, sta effettuando audizioni e sopralluoghi in tutt’Italia per testare i contesti locali.
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