ABRIOLA – Stalking e truffa: queste le accuse che hanno portato alla condanna a due anni di reclusione per il parroco di Abriola, don Giuseppe Pronesti, accusato, in concorso con una parrocchiana, Teresa Larocca, condannata a tre anni di reclusione, di aver “molestato e minacciato” un’altra fedele, costretta per diversi anni ad assecondare qualsiasi loro richiesta, anche economica. In particolare i due imputati, “dopo aver fatto avvicinare” la parrocchiana “al guppo di preghiera”, “approfittando del momento di sconforto e fragilità vissuto” dalla donna “a causa della lunga malattia del marito culminata nella morte” avrebbero posto in essere una serie di condotte vessatorie. Alla donna, infatti, sarebbe stato ripetutamente impedito “di uscire e di vedere o parlare con persone diverse da loro”.

Alla vittima veniva detto che “in caso di trasgressione alle regole imposte, i nipoti si sarebbero ammalati fino alla morte”. Alla donna era stato assegnato un preciso codice di comportamento: per ogni violazione delle regole con le quali la vittima era stata convinta di essersi vincolata spiritualmente e materialmente al parroco e alla parrocchiana, era costretta a versare 300 euro. A carico dei due imputati c’è un secondo capo di imputazione per truffa: la donna, infatti, sarebbe stata “plagiata” con l’obiettivo, da parte del sacerdote e della parrocchiana, di ottenere “la sottoscrizione di due testamenti per la cessione di altrettante abitazioni”. Le condotte contestate ai due imputati abbracciano un arco temporale molto ampio che va dal 2010 al luglio del 2018. Per Teresa Larocca, infine, figura un terzo capo d’imputazione: la parrocchiana è accusata anche di usura. Dopo aver prestato alla donna 2mila euro, si sarebbe fatta consegnare 100 euro per ogni giorno di ritardo nella restituzione della somma.