L’ennesimo autogol della giunta Bardi, nella strenua difesa di una causa persa

POTENZA – Di seguito pubblichiamo il fondo di Nino Grasso dedicato alla nota diffusa dalla giunta Bardi in relazione all’ultimo posto del governatore lucano nella classifica di gradimento stilata dal sondaggio Swg.

di Nino Grasso

L’ultimo sondaggio della Swg sul “gradimento” riscosso da 16 presidenti di Regione presso i propri concittadini non lascia spazio a dubbi o a interpretazioni di sorta. L’ex generale della Guardia di Finanza, Vito Bardi, che due anni fa, guidando una coalizione di centrodestra, ha vinto le elezioni di marzo 2019, riscuotendo il 42 per cento dei consensi dei votanti, oggi si ritrova in fondo alla classifica dei governatori italiani, stilata da una delle società demoscopiche più autorevoli, con uno striminzito 29% di giudizi positivi sul proprio operato.

Naturalmente, il sondaggio Swg non può essere paragonato ai voti veri raccolti nelle urne. E va preso per quello che è: una sorta di “pagella” più o meno attendibile, interessante come linea di tendenza del “sentiment” collettivo, quasi sempre influenzato dalle azioni di governo poste in essere nelle settimane (o mesi) immediatamente precedenti l’esecuzione delle interviste. Nel caso specifico, il giudizio espresso su Bardi – come sugli altri presidenti di Regione – ha rappresentato una sorta di cartina al tornasole sulla gestione della pandemia in corso e sulle misure poste in essere nelle singole realtà territoriali per battere il Covid-19. Da questo punto di vista, si può ben dire – senza essere faziosi – che Vito Bardi è stato “bocciato”. Sia perché si ritrova all’ultimo posto. Sia perché rispetto ai suoi colleghi è quello che ha guadagnato meno consensi rispetto al sondaggio precedente, realizzato dalla stessa società, con i medesimi criteri statistici utilizzati in questi giorni.

Per essere chiari, a novembre 2019 i buoni voti riportati dal governatore lucano si erano attestati al 28% contro il 29% attuale. Un misero punto percentuale in più del tutto irrilevante se paragonato, per esempio, all’incremento del 13% di consensi portato a casa dal presidente della Regione Sardegna, Solinas, passato dal 20 al 33 per cento di “like”, per mutuare il linguaggio social.
Eviteremo, anche per scongiurare ulteriori, imbarazzanti paragoni di soffermarci sulle buone pagelle degli altri governatori del Sud: Emiliano (41), De Luca (57), Musumeci (34), Marsilio (40). Diciamo soltanto, per concludere la carrellata statistica, che un anno fa Bardi si trovava a metà classifica, con un onorevole settimo posto su sedici. Oggi – se valesse la logica del calcio – sarebbe già retrocesso nel girone inferiore. Per cui, possiamo anche immaginare la sua personale delusione, posto che per ben due volte, da dicembre scorso ad oggi, egli aveva trovato il modo per annunciare, a mezzo stampa, la sua personale volontà di ricandidarsi fra tre anni alla guida della Regione Basilicata.
Il deludente risultato del sondaggio Swg – mai così fortemente penalizzante per un governatore lucano – deve essere stato una doccia fredda. Tale da gelare i bollenti spiriti politici di un ex generale di Corpo d’Armata, chiuso nella torre d’avorio del suo Stato Maggiore, circondato da ex colonelli e yes man venuti da Napoli, che gli hanno fatto credere di essere l’uomo più amato dai lucani. E non il più inconsistente e deludente presidente che la Regione Basilicata – dati alla mano – abbia mai avuto dal 1970 ad oggi.
A riprova di questa tesi, basta leggere la penosa difesa d’ufficio contenuta in un comunicato a firma dei cinque assessori regionali, pubblicato nella tarda mattina di ieri sul portale dell’Ente. Titolo: «Attacco ingeneroso e strumentale a Bardi». Svolgimento: «Interpretare il sondaggio Swg come “bocciatura” dell’operato del nostro Presidente è ingeneroso sul piano umano per l’impegno profuso nell’anno del Covid 19 senza risparmio di energia e con la massima attenzione ai bisogni di prevenzione e cura dei lucani».
Conclusioni: «La strumentalità è palese quando in alcuni giornali si omette di scrivere le conclusioni di Swg secondo le quali “i presidenti Christian Solinas e Vito Bardi sono comunque in crescita di consensi”».
Che dire? Se non che ci sono momenti in cui bisognerebbe avere il pudore di tacere e di non arrampicarsi sugli specchi, per difendere ciò che è indifendibile.

La giunta regionale della Basilicata presieduta da Vito Bardi


Il vice presidente Fanelli e gli assessori Leone, Cupparo, Merra e Rosa, che evidentemente vorrebbero una stampa ossequiosa, pronta a edulcorare la realtà anche quando i dati sono lì, a disposizione di tutti, senza possibilità alcuna di sfuggire ad un giudizio negativo, hanno addirittura la faccia tosta di bollare i giornali di «strumentalità», per non aver messo in luce che Bardi è passato dal 28 al 29 per cento dei consensi. Mentre loro dimenticano di aggiungere che il “loro” presidente è crollato dal settimo al sedicesimo posto. E se non è una “bocciatura” questa, di che parliamo? Non solo, ma alla luce di ciò – ci chiediamo – chi è più strumentale e faziosa? La stampa o la Giunta regionale?
La verità è che dietro una difesa così spudorata e ridicola di una «causa persa», vi è il timore di perdere il posto. Perché evidentemente a Bardi non sfugge che nella sua veste di “allenatore” egli sta pagando un prezzo altissimo, sul piano personale, per una squadra che non gira affatto come dovrebbe. E per degli assessori che – sempre mutuando il linguaggio calcistico – non sono certo dei campioni. Anzi, la loro specialità è quella degli autogol. L’ultimo, di ieri l’altro, lo ha segnato il solito Dipartimento Politiche della Persona con il decreto di nomina della neo commissaria dell’Azienda sanitaria locale di Matera, Sabrina Pulvirenti. Nelle “premesse” – a dimostrazione della sciatteria con cui si stilano gli atti amministrativi – anziché far riferimento alla Asm si parla di Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo. Sperabilmente un refuso da copia e incolla. Anche se a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che sia già in atto il temuto accorpamento della sanità materana a quella potentina.
E ancora, sempre nelle ultime ore, s’è scoperto che l’assessore-non eletto all’Ambiente, in piena crisi bulimica di occupazione del “potere”, ha nominato il suo braccio destro, Carlo Gilio, quale componente di una commissione istituita da Acquedotto Lucano Spa per selezionare i fontanieri che la società a totale capitale regionale è in procinto di assumere. Al di là della inopportunità di una nomina così palesemente “sospetta” agli occhi degli aspiranti dipendenti di Acquedotto Lucano, la cosa grave è che il collaboratore in questione è anche rappresentante sindacale della Cisl. E come tale non può partecipare alle commissioni di esame. Cosa ben nota a tutti, tranne che all’Innominato assessore di turno. Il quale, quando sarà costretto a rimangiarsi la lettera di incarico già recapitata, posto che difficilmente i vertici di AL Spa potranno avallare una nomina contra legem, se la prenderà di sicuro con la solita stampa che strumentalizza le cose.
Povero Bardi. Abituato per una vita a comandare schiere di militari della Guardia di Finanza allineati, disciplinati e soprattutto preparati, si ritrova oggi a guidare una compagine scalcagnata e improvvisata, che gli fa rimediare solo brutte figure. E quella di ieri, con cinque assessori auto-nominatisi difensori d’ufficio di una causa persa, è solo l’ultima della serie.