Accoltellò il genero in pieno centro a Maratea, cade l’accusa di tentato omicidio: condanna a 18 mesi per un uomo di 73 anni

MARATEA – Il 23 luglio del 2019 aveva aggredito il genero, colpendolo con una coltellata all’addome. Ma per il gup del tribunale di Lagonegro, Ennio Trivelli, non fu un tentato omicidio, come invece ricostruito dalla procura. E così per un 73enne di Sapri, L.T., al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato è scattata una condanna ad 1 anno e sei mesi per lesioni personali aggravate. Contestualmente, il giudice ha annullato anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. L’aggressione avvenne per conflitti familiari in un’area pedonale della perla del Tirreno, nei pressi di piazza Buraglia.

Suocero e genero avevano iniziato a discutere, alla presenza della figlia dell’aggressore e moglie della vittima, e la lite avvenne sotto gli occhi di decine di passanti. Dallo scontro verbale si passò ai fatti. Il 70enne, all’improvviso, tirò fuori un coltello, lungo 19 centimetri e con lama da 9 centimetri, e sferrò due fendenti al genero, un 45enne originario del posto. Il primo, all’addome, andò a segno, il secondo, all’altezza del torace, era stato invece schivato. A placare la furia del padre ci provò la figlia, ma rimase a sua volta ferita, seppur in modo non grave. Il marito venne trasportato in eliambulanza in ospedale. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei anni, ma il giudice ha ritenuto l’episodio non riconducibile ad un tentato omicidio. Le ferite riportate dal genero dell’uomo – secondo il gup – non lo misero in pericolo di vita. Dopo il deposito delle motivazioni, accusa e difesa potranno decidere se inoltrare ricorso in Appello.