POTENZA – La crisi idrica in Basilicata rischia di assumere i contorni di un’emergenza senza precedenti. La situazione più complicata, almeno per i consumi idrici domestici, è quella dei 28 Comuni (26 in provincia di Potenza e 2 in provincia di Matera) che si servono dell’impianto di sollevamento idrico della Camastra che si trova in territorio di Trivigno. Alla siccità degli ultimi mesi e al crollo dei livelli di acqua negli invasi lucani, infatti, si è aggiunta la criticità della rottura di due pompe di sollevamento dell’impianto, risalenti agli anni ‘80 . I tempi di ripristino sono stati quantificati in una ventina di giorni, ma l’esasperazione dei cittadini è già alle stelle. Perchè dalle interruzioni idriche nella fascia oraria sera-notte si sta passando, spesso anche senza preavviso, a sospensioni dell’erogazione dell’acqua che si prolungano addirittura per 24 ore, come accaduto, ad esempio, nella giornata di ieri in tante zone della città di Potenza.
Oggi Aql ha messo a disposizione 2.000 buste di acqua potabile da 5 litri ciascuna che in queste ore la Protezione Civile sta provvedendo a distribuire a Potenza e in altri comuni limitrofi. Le nuove pompe di sollevamento per l’impianto della Camastra sono disponibili dal 2022, ma non sono mai state messe in funzione. Colpa di una mancata programmazione e di una gestione poco oculata di una risorsa così importante come l’acqua. Il tutto certificato dai numeri, con l’ultimo rapporto Istat che ha consegnato proprio alla Basilicata la poco onorevole “maglia nera” per le reti idriche “colabrodo” che portano a disperdere il 65% dell’acqua potabile nelle reti idriche. Se il Potentino piange, il Materano di certo non ride. Anzi. Nei paesi della collina come Irsina e Tricarico, la situazione è critica e nella serata di ieri si è svolto un tavolo d’urgenza: da lunedì, in questo caso, la situazione dovrebbe lentamente migliorare.