POTENZA- L’intoppo è tutto burocratico. Ma vallo a spiegare alle famiglie dei giovani pazienti di diabete, costrette a far ricorso alle tradizionali metodologie di cura, con gravi disagi specie per più piccoli.
L’utilizzo del glucometro prevede, infatti, un prelievo costante di sangue, fino a dieci quindici volte al giorno, che significa un vero e proprio stress anche psicologico. Fermo restando, che a differenza delle più innovative strumentazioni, il dosaggio equivalente di insulina spesso risulta non rispondente alla reale necessità.

Con tutte le conseguenze che i malati di diabete del Tipo Uno conoscono bene. Una situazione frustrante, specie per le numerosissime famiglie lucane, che hanno dovuto insegnare ai propri figli, sin da piccoli e non senza difficoltà, a convivere con la patologia e a riuscire a gestirla attraverso i sensori per il monitoraggio glicemico e i microinfusori di insulina. Questi presidi, che rientrano tra i Lea, dunque, non possono essere acquistati in farmacia, ma sono erogati esclusivamente dal sistema sanitario regionale. Sebbene l’attesa, prima di vederseli consegnati, si è fatta insostenibile.
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di Mariolina Notargiacomo