POTENZA – Le polemiche degli ultimi giorni relative al clamoroso dietrofront sui caregiver del governatore Bardi, con l’annuncio di sanzioni nei confronti di quanti, autorizzati o dalla Piattaforma di Poste Italiane o dal numero verde dedicato, avevano a loro parere legittimamente (e d’altronde queste erano le indicazioni arrivate lo scorso 17 aprile proprio dalla Regione Basilicata nel dare l’annuncio dell’avvio delle operazioni di prenotazione) prenotato il loro vaccino quale accompagnatore o convivente di persone estremamente vulnerabili o disabili gravi (salvo poi scoprire che in realtà le categorie di fragili per le quali il piano nazionale vaccinale prevede questa possibilità è assai ridotto, circostanza che nessuno si era premurato di illustrare nel dettaglio ai lucani) hanno fatto aumentare la curiosità sull’impatto che il pasticcio iniziale dell’ente regionale possa aver avuto sull’andamento della campagna vaccinale, ma soprattutto sul rispetto delle cosiddette fasce di priorità. E dai numeri elaborati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari) arrivano diversi spunti di riflessione. Uno su tutti: in Basilicata, allo scorso 5 maggio, erano state somministrate più prime dosi ai lucani con età compresa tra i 20 e i 49 anni che agli over 70. Un dato che risulta addirittura essere, in percentuale, il più alto d’Italia.
Ma allora andiamo a vedere nel dettaglio le cifre: sono 29.174 i lucani compresi nella fascia d’età 20-49 anni che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid, pari al 14,24% dei 204.854 residenti relativi a questo target di popolazione. La media nazionale si attesta, invece, al 12,23%, con oltre 2,6 milioni di prime dosi somministrate su un totale di 21,8 milioni di italiani con più di vent’anni e meno di cinquanta. Il dato lucano, come detto, è il più alto, mentre l’estremo inferiore si registra in Calabria, con il 10,63%. Ovviamente su questi numeri, è bene ricordarlo, non incidono solamente le vaccinazioni ai caregiver, ma anche quelle a personale sanitario, personale scolastico e forze dell’ordine.
Passando agli over 70, invece, dal report risultano abbastanza evidenti i ritardi della Basilicata rispetto al resto dell’Italia: sempre secondo i dati aggiornati allo scorso 5 maggio, infatti, sono 27.963 gli ultrasettantenni ad aver ricevuto la prima dose, pari al 53,98% di una platea complessiva che conta 51.805 residenti. Solo Calabria, Friuli e Sardegna fanno segnare percentuali inferiori, mentre la media nazionale si attesta al 64,72%. Dal rapporto dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, arrivano conferme sulla buona performance della Basilicata legata agli over 80, dove in meno di 5mila ancora non si sono sottoposti al vaccino. In questo caso la nostra regione fa segnare una copertura maggiore rispetto alla media nazionale. Da lunedì’, infine, potranno prenotare il vaccino anche gli over 50: fino a tre giorni fa i lucani nella fascia d’età 50-69 anni che hanno già ricevuto la prima dose sono 45.880, pari al 28,56% della platea totale di 160.639 persone: anche in questo caso si tratta di un dato superiore alla media nazionale che si attesta al 26,31%. Con il ritorno in zona gialla a partire da lunedì e le contestuali riaperture diventa ancora più importante portare avanti la campagna vaccinale a ritmo sostenuto: da un paio di settimane la Basilicata è stabilimente al di sopra del target giornaliero individuato dal commissario Figliuolo, con una media di somministrazioni giornaliere stabilmente al di sopra delle 4mila dosi.