di Emiliano Racano –Responsabile Distretto Meridionale Eni
I concetti di “cambiamento” e “transizione” sono contigui ma non equivalenti.
Sul primo può accadere che abbiamo poche leve, specie per quei cambiamenti che percepiamo come epocali: il cambiamento di paradigma energetico che stiamo affrontando è necessario, accadrà comunque, che lo vogliamo oppure no, questo è non-discutibile. Sul secondo concetto invece, possiamo e dobbiamo avere il maggiore controllo possibile: la transizione è fatta di singole scelte e di impegno quotidiano, anche personale oltre che collettivo.
Il rapido susseguirsi di fatti nuovi nella Storia recente, alcuni neppure lontanamente immaginabili appena qualche anno fa, ci pone davanti a uno snodo epocale di cui non vanno sottovalutati i rischi, ma che va vissuto soprattutto come opportunità. Il rischio principale è forse proprio quello di tentare di resistere al cambiamento, magari per il timore di non avere le consapevolezze e gli strumenti per governarlo. Col risultato di venire travolti dal vortice del nuovo, traumaticamente.
La transizione è la nostra opportunità più grande, il suo valore consiste in un interesse nuovo da riconoscere, in un orizzonte da scorgere senza paure, in un cammino da condividere lungo il quale ciò che è necessario produce anche gli strumenti di ciò che diventa possibile, azione dopo azione. Con pazienza, ma irrinunciabile strategia.
Queste categorie mi vengono in mente se, in termini di bilancio e prospettive, ripenso alle cose successe e fatte in questo 2023 che sta per chiudersi e immagino quelle da farsi nel 2024 che sta per iniziare.
La buona stella è il valore che sappiamo dare alle nostre azioni, soprattutto quando esse hanno un senso che riguarda la collettività.
Il 2023 è stato sicuramente un anno eccezionale per la portata dei suoi avvenimenti e per l’impatto che essi hanno generato sui sistemi economici e sociali globali. La sfida di una transizione “giusta” non ha precedenti. La Basilicata, con la sua specificità, è dentro le dinamiche globali. Un anno in più in Basilicata, alla guida del Distretto Meridionale dell’Eni, oltre ad aver accresciuto il mio personale senso di appartenenza a una comunità, ha consolidato la consapevolezza delle enormi potenzialità che questa Regione ha proprio sul piano della transizione energetica, essendoci tutti i presupposti per affrontare il cambiamento in maniera reattiva e non resistente, dando valore nel tempo a un’impresa orientata nel percorso di sfide ambientali, sociali ed economiche.
Il 2023 è stato effettivamente un anno di svolta per la nostra presenza in Val d’Agri. Sono riprese tante attività operative che ci permetteranno di coltivare al meglio il giacimento, anche grazie a un dialogo con le istituzioni che valuto sempre più proficuo e improntato al massimo rispetto reciproco. Perché – giusto per tornare un attimo alla premessa – è proprio nei momenti di maggiore crisi che serve la capacità di intendersi su un cammino che riguarda tutti noi.
Non solo operatività tradizionale, dunque. In uno scenario in cui Eni vuole essere parte attiva del percorso di transizione del settore energetico con una strategia di lungo termine per il raggiungimento degli obiettivi di Neutralità Carbonica nel 2050, in Basilicata è entrata nel vivo la progettazione “non oil” approvata nell’ambito dell’Accordo di Sviluppo tra Regione Basilicata, Eni e i suoi partner, connesso alla proroga della concessione Val d’Agri.
Grande impatto sociale ha avuto il Bonus gas, insieme ad altre misure previste dall’accordo come il contributo parametrato alla produzione effettiva pari a 1,05 euro per ogni barile prodotto. Ma, soprattutto, vorrei ricordare gli obiettivi di scenario delle azioni messe in campo in questo 2023, che sono quelli di accompagnare nel lungo periodo lo sviluppo regionale sul terreno delle nuove tecnologie abilitanti per dare impulso alla svolta verso la sostenibilità ambientale e l’economia circolare. Il 2024 non potrà che raccogliere le sfide del programma di lavoro già avviato, che sarà sostenuto affinché generi valore per il territorio.
In questa direzione non perdiamo di vista il capitale più importante di una comunità territoriale, il valore delle sue persone, soprattutto dei giovani che devono essere le antenne che intercettano il futuro. Perché questo avvenga vorremmo rafforzare, nel solco di una tradizione che ci contraddistingue, il rapporto con gli istituti di istruzione del territorio, in un’ottica di proficuo scambio scuola-azienda sui temi della formazione e delle nuove competenze. Non soltanto un sistema di recruiting per le nuove opportunità professionali, pur importante. L’ambizione più alta è quella di intercettare quei ragazzi e quelle ragazze che hanno lo sguardo aperto al cambiamento, perché saranno loro i protagonisti delle energie di domani.
Infine, sul piano interno, un tema centrale anche a livello corporate, che andrà di pari passo con gli obiettivi di sicurezza, compliance e integrità tecnica: parlo del rispetto delle persone e dei diritti umani, perché il luogo di lavoro sia libero da ogni forma di discriminazione e di molestia, un luogo di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi di fare parte, in cui esistere prima di tutto come esseri umani e poi come lavoratori. In Eni crediamo che tutte le dimensioni della diversità siano della massima importanza. Una parte del nostro impegno per il 2024 sarà quello di promuovere sempre di più nelle nostre attività l’uguaglianza di genere e in particolare l’empowerment femminile.
Buon anno a tutti, dunque. Siamo pronti a iniziarlo con fiducia e determinazione.