Il punto di vista di Nino Grasso – Concorso della Regione per 18 dirigenti, uno dei candidati è il dg “esterno” all’ambiente, Tricomi

Il punto di vista di Nino Grasso
L'attuale dg "esterno" all'Ambiente della Regione Basilicata, Roberto Tricomi, uno dei candidati del concorso per 18 dirigenti
L’attuale dg “esterno” all’Ambiente della Regione Basilicata, Roberto Tricomi, uno dei candidati del concorso per 18 dirigenti

Le prove scritte, per l’assegnazione di 6 posti riservati all’Area Tecnica, si sono tenute giovedì scorso, nel salone dei congressi del Motel Park di Potenza. Avrebbe fatto discutere la mancata comunicazione ai presenti delle due tracce, su tre, non sorteggiate, con il tema prescelto ritagliato su un provvedimento amministrativo di recente messo a punto proprio dagli Uffici guidati da uno dei partecipanti.

Ha suscitato “scalpore” la presenza dell’attuale direttore generale “esterno” all’Ambiente della Regione Basilicata, Roberto Tricomi, tra i banchi in cui si sono seduti i candidati che in questi giorni si stanno disputando, in un pubblico concorso, uno dei 18 posti di dirigente messo a bando dall’Ente. Ovviamente “scalpore” è un termine eufemisticamente riduttivo per segnalare un evento destinato a rappresentare un primato non proprio esaltante nella storia della burocrazia lucana.

La notizia, in verità, circolava da settimane tra gli addetti ai lavori. Ma nessuno, prima di giovedì scorso, 4 luglio, aveva potuto verificarne la fondatezza, vista l’assenza di una lista ufficiale dei partecipanti al concorso tanto sul sito della Regione quanto su quello del Formez. Altra circostanza degna di reprimenda.

Ma sulla quale finora nessuno ha ritenuto di spendere una parola.

Sta di fatto che all’incirca una settimana fa (ripetiamo: giovedì 4 luglio 2024) l’ing. Tricomi si è presentato presso il Centro congressi del Motel Park di Potenza con la sua bella letterina di convocazione, ricevuta un paio di giorni prima, come tutti gli altri candidati, per partecipare alle due prove scritte: una tenutasi alle 9,30, l’altra alle ore 14,30. Prove riservate ai soli concorrenti dell’Area Tecnica. Codice della selezione: RB-AT, con 6 posti da assegnare sui 18 complessivi.

Si noti la “stranezza” contenuta nel bando risalente al 2022, e di cui solo oggi si sono toccati con mano gli effetti controversi, alla luce dell’improvvisa accelerazione data in piena estate ad un concorso pubblico, annunciato addirittura nel 2021 dal presidente della Regione, Vito Bardi. E di cui per quasi due anni si erano perse le tracce.

Alla vigilia della sessione d’esame, il Formez (cui è stata delegata la gestione dell’intera macchina organizzativa) si è premurato di trasmettere, a mezzo “pec”, ad ogni candidato, la comunicazione da presentare al personale della reception. Rammentiamo – a beneficio dei lettori – che il calendario delle prove è stato invece reso noto con un semplice “avviso” (avente valore di notifica) pubblicato solo sul sito web di Regione e Formez il 18 giugno scorso. Cioè appena 15 giorni prima dell’inizio delle prove scritte, partite il 3 luglio e destinate a concludersi domani, giovedì 11.

Per cui, quanti, tra gli aspiranti dirigenti della Regione, non si fossero presi la briga di consultare quotidianamente il portale del massimo ente locale della Basilicata, o in alternativa quello del Formez, perché in ferie, se mai lontani dal luogo di residenza, sono rimasti a bocca asciutta. Per di più con la beffa di trovare, al ritorno a casa, sulla propria casella di posta certificata, la letterina di autorizzazione con la quale varcare la porta di ingresso del Centro congressi del Motel Park. Letterina fatta recapitare loro con appena 48-72 ore di anticipo.

Un bel modo, verrebbe da dire, per “scremare” l’elevato numero dei concorrenti.

Ma torniamo all’ing. Tricomi: il tecnico esterno proveniente dal Ministero delle Infrastrutture, assunto e promosso sul campo dirigente generale con una delibera della giunta regionale dei primi di ottobre 2021. Insieme con i “colleghi” ricercatori del Cnr Alfonso Morvillo e Canio Alfieri Sabia.

Stiamo parlando, come si vede, dei tre Dg al centro di una dura querelle con il sindacato. In particolare, con i segretari della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, oltre che della Direr (la sigla cui fanno capo i dirigenti regionali), i quali, a suo tempo, con una lettera del 26 ottobre 2021 indirizzata dal generale Bardi, misero in discussione le procedure seguite per la nomina dei tre alti vertici amministrativi. Sottolineando, in qualche caso, il mancato possesso dei requisiti richiesti da parte dell’interessato.

Partecipando in questi giorni al concorso riservato agli aspiranti dirigenti dell’Area Tecnica, l’ing. Tricomi sta quindi avvalorando indirettamente i “dubbi” manifestati dalle varie organizzazioni sindacali.

Dubbi fatti propri all’epoca anche da chi scrive, che per un paio di articoli pubblicati su questo giornale è stato querelato (temerariamente?) dal direttore generale all’Ambiente. Ma di questa vicenda personale – e dell’ottimo lavoro sin qui fatto in difesa dell’editorialista della “Nuova” dall’avv. Antonio Murano di Rionero, in vista delle decisioni che dovrà assumere il pubblico ministero Francesco Giuseppe Russo della Procura della Repubblica di Potenza – avremo modo di parlare al momento opportuno.

Soffermiamoci invece su alcuni aspetti delle prove (alle quali ha partecipato il candidato eccellente Tricomi) svoltesi lo scorso 4 luglio. E su una in particolare: quella che ha suscitato più di qualche “perplessità” tra i concorrenti.

Le ragioni sono le seguenti.

Primo: ci si attendeva un esame con domande a risposta multipla. Ed invece si è trattato di un componimento.

Secondo: delle tre buste contenenti la traccia da svolgere, una sola (quella estratta) è stata aperta, con il testo, ovviamente, reso di pubblico dominio. Mentre il contenuto delle altre due buste – ci è stato riferito da diverse fonti – non sarebbe stato comunicato. E quando qualcuno, tra i presenti, avrebbe chiesto di conoscere il testo delle tracce non selezionate, la risposta dei commissari d’esame sarebbe stata: le pubblicheremo sul sito nei prossimi giorni. La qual cosa – se confermata – lascerebbe spazio a forti ( ingiustificati?) dubbi. Che andrebbero chiariti da chi di competenza.

Terzo, e ultimo, aspetto inquietante: la traccia offerta alle valutazioni dei candidati sarebbe stata ritagliata su uno specifico lavoro portato a termine di recente dal Dipartimento Ambiente, con l’apporto determinante dei suoi vertici amministrativi.

Tra i quali figura appunto Roberto Tricomi.

Anche qui: ci auguriamo che qualcuno faccia chiarezza. La “Nuova” sarà felicissima di ospitare le versioni (o le smentite) delle parti interessate: Commissione, Regione e Formez. Così come ci piacerebbe capire, anche grazie all’aiuto dei consiglieri regionali di opposizione, se sia stato «opportuno» che un direttore generale in carica, sia pure a tempo determinato, abbia partecipato ad un concorso pubblico, col chiaro intento di essere «stabilizzato» negli organici regionali. Infischiandosene di tutti i conflitti di interesse grandi come una casa che si intravedono ad occhio nudo.

Uno in particolare, tra questi conflitti di interesse, ci pare degno della massima attenzione, e non solo a livello giornalistico.

Ci riferiamo ai rapporti di lavoro che i vari direttori generali della Regione hanno avuto in questi anni con il Formez.

A tal proposito, siamo certi il neo presidente del Consiglio regionale, Marcello Pittella, che all’atto del suo insediamento ha ritenuto di «censurare» alcuni atteggiamenti «antiestetici e non etici che pure ci sono stati», avrà modo di appurare se l’ing. Tricomi, in veste di Direttore generale all’Ambiente, abbia sottoscritto, o meno, una convenzione con l’Ente incaricato di gestire il concorso destinato a selezione i 18 nuovi dirigenti regionali.

Nel caso, cosa farà, nell’ambito della propria funzione di “controllo”, il presidente del parlamentino lucano?

Se ne starà buono e zitto, mutuando il discutibile modus operandi del proprio predecessore, il leghista Carmine Cicala? Oppure – come ci piace credere accadrà – Pittella dimostrerà, con i fatti, che l’Assemblea regionale non è più lo zerbino della Giunta? E che parole come «merito» e «trasparenza» vanno riempite di contenuto. Specie quando c’è il sospetto, più o meno fondato, che non siano state fatte le cose in regola.

Nino Grasso

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