Il punto di vista di Nino Grasso – Asm, l’ultimo “favore” ai poteri forti romani della ex dg Pulvirenti sanzionato dall’Antitrust

Il punto di vista di Nino Grasso
Il presidente Vito Bardi insieme alla ex dg dell'Asm, Sabrina Pulvirenti
Il presidente Vito Bardi insieme alla ex dg dell’Asm, Sabrina Pulvirenti

di Nino Grasso

Il presidente Vito Bardi e l’assessore regionale alla Salute, Francesco Fanelli, si sono guadagnati sul campo nelle ultime ore un’altra tranvata per mano dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Un colpo pesante tra capo e collo sferrato dall’Antitrust, con sede a Roma, a seguito di un formale ricorso presentato dalla cooperativa sociale “Anziani 93”, foriero probabilmente di altri possibili contraccolpi sul piano giudiziario, ove mai la vicenda dovesse finire sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Potenza, a riprova di quel clima di «mala politica» sul quale da tempo stanno indagando il procuratore capo, Francesco Curcio, e il suo sostituto, Vincenzo Montemurro.

Ancora una volta – ci sia consentito dirlo – si tratta di una brutta storia portata alla luce dalla “Nuova”, dopo aver fatto proprio il grido di allarme lanciato dal capogruppo regionale del Pd, Roberto Cifarelli, all’indomani della pubblicazione della deliberazione n. 725 del 30 settembre 2023 a firma dell’allora direttrice generale dell’Azienda sanitaria di Matera, Sabrina Pulvirenti.

L'articolo del 18 ottobre dal titolo «La Pulvirenti conquista l’Asl di Frosinone dopo un ultimo “favore” in Asm ai poteri forti romani»
L’articolo del 18 ottobre dal titolo «La Pulvirenti conquista l’Asl di Frosinone dopo un ultimo “favore” in Asm ai poteri forti romani»

I lettori lo ricorderanno. Questo giornale se ne occupò qualche settimana dopo, con una intera pagina, a firma di chi scrive, pubblicata il 18 ottobre, dal titolo: «La Pulvirenti conquista l’Asl di Frosinone dopo un ultimo “favore” in Asm ai poteri forti romani».

Il “favore” in questione riguardava l’approvazione dello schema di contratto con il “Centro Geriatrico Srl” di Matera del gruppo “San Raffaele”, controllato dalla holding dell’on. Antonio Angelucci (Lega), per l’erogazione di prestazioni di assistenza socio-sanitaria per non autosufficienti in regime residenziale e semi-residenziale. Un’operazione da poco più di 1 milione e 800 mila euro con la quale, a partire dal primo gennaio 2024, sono stati contrattualizzati 66 posti letto, a fronte dei 108 di cui dispone la struttura di via Enzo Ferrari, nel quartiere de La Martella, alla periferia del capoluogo materano.

Si badi bene: quei 66 posti letto rappresentano l’intero “budget” dell’anno in corso concesso dalla Regione Basilicata all’Azienda sanitaria di Matera.

E la dott. Sabrina Pulvirenti, violando le regole della concorrenza e del libero mercato, come confermato in questi giorni dall’Autorità garante con una nota a firma del segretario Guido Stazi, ne fece gentile “omaggio”, prima di lasciare la guida dell’Asm, al solo Centro Geriatrico, in barba a tutte le altre richieste che giacevano da tempo sulla propria scrivania.

Tra cui quella, appunto, della società “Anziani ‘93”, la cooperativa sociale che gestisce in località San Francesco la Rsa “Residenza Villa Anna” con 87 posti letto, di cui 54 accreditati, operante a Matera sin dal 2019. Prima ancora quindi che nel 2022 a La Martella si insediasse la società del gruppo Angelucci.

La quale – non sfugga questo dettaglio – pur avendo messo piede tre anni dopo nella città dei Sassi, si è vista concedere dall’Azienda sanitaria materana il provvedimento di «accreditamento» in tempi rapidissimi. Cioè già nel 2023. Proprio negli stessi mesi in cui un analogo provvedimento veniva adottato (con una tempistica evidentemente diversa) in favore della “Residenza Villa Anna”. Non solo. Ma a differenza della struttura dell’on. Angelucci, immediatamente convocata in Asm, per sottoscrivere il contratto di un anno (rinnovabile) con il quale la Pulvirenti ha assegnato, senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, l’intero budget 2024 ad uno solo degli attori in campo, la cooperativa “Anziani 93” – al pari di altre strutture che pure ne avevano fatto richiesta, come quella dei padri Trinitari di Bernalda e la residenza Brancaccio di Matera – è rimasta a bocca asciutta.

Alla faccia degli obblighi imposti dalla legge.

Nel caso di specie, imposti dal decreto legislativo n. 502 del 1992, che ai fini della stipula degli accordi contrattuali impone – riportiamo testualmente – «procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, previa pubblicazione da parte della Regione di un avviso contenente criteri oggettivi di selezione». Tutto il contrario, quindi, di quanto avvenuto a Matera lo scorso 30 settembre, per mano della ex Dg capitolina, ora commissaria della Asl di Frosinone, con un Dipartimento regionale lucano alla Salute silente, se non proprio complice. E come tale “bacchettato” per le delibere n. 202 e 403 del 2023 dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che a seguito della seduta dello scorso 6 febbraio ha fatto notificare alla Regione Basilicata quanto segue. «Il procedimento di accreditamento deve realizzarsi tramite modalità e tempistiche che favoriscano la più ampia partecipazione possibile delle diverse strutture sanitarie autorizzate consentendo il pieno dispiegarsi del processo concorrenziale».

Al di là degli aspetti amministrativi legati all’assegnazione di quei 66 posti letto – evidentemente insufficienti e rispetto ai quali la giunta Bardi poco ha fatto per migliorare l’offerta, essendo impegnata a distribuire “bonus” a destra e a manca – quel che risulta veramente insopportabile in tutta questa vicenda è l’arrogante esercizio del potere a fini personali. Perché è indubbio – per riprendere un concetto messo nero su bianco dal consigliere regionale Roberto Cifarelli – che vi sia stato una sorta di «do ut des», degno di approfondimento.

Del resto, basterebbe mettere in fila alcune date.

E fare due più due, rispetto a notizie che sono di pubblico dominio, facilmente rintracciabili su internet. A partire da una circostanza quanto meno sospetta. La seguente: fino al 2022 – prima che la presidente Meloni lo candidasse alla guida dell’Ente – l’attuale governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca, faceva parte del consiglio di amministrazione della Fondazione “San Raffaele”. Quella controllata dal gruppo Angelucci, per intenderci.

Per cui, guarda caso, l’Asl di Frosinone, ritrovatasi senza direttore generale nei primi giorni di agosto 2023 (a seguito del trasferimento di Angelo Aliquò al vertice dell’Istituto “Spallanzani” di Roma), è stata affidata alle “cure” della dott. Pulvirenti, dopo oltre due mesi di “vacatio”, il 6 ottobre scorso, con un provvedimento autorizzato dal presidente Rocca a distanza di una settimana dalla pubblicazione della delibera Asm n. 725 del 30 settembre 2023. Delibera che, come detto, violando le nome di trasparenza richiamate in queste ore dall’Antitrust, ha assegnato l’intero budget Asm di 1,8 milioni di euro riservato alle Rsa alla sola società materana del gruppo “San Raffaele” controllato dalla famiglia Angelucci. Non aggiungiamo altro.

Così come è inutile sottolineare, ancora una volta, le responsabilità personali del presidente Bardi e dell’assessore Fanelli per aver affidato la Sanità della Basilicata nelle mani di “manager” (o presunti tali) venuti in Basilicata a far carriera.

Salvo dileguarsi alla prima occasione, dopo aver creato disastri e posto in essere procedure illegittime, lasciando ad altri il compito di riportare i conti in equilibrio. Esattamente come ha fatto Sabrina Pulvirenti. Precipitatasi a Frosinone, insalutata ospite, dopo aver “dimenticato”, tra l’altro, a quanto pare, di restituire il computer aziendale, di cui era semplice depositaria. Ultimo atto esecrabile di una gestione da archiviare in fretta, di cui Bardi e Fanelli dovrebbero chiedere scusa ai lucani.

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