Petrolgate, sui reflui va in scena lo scontro finale a colpi di perizia

OTENZA – Uno scontro finale a colpi di perizia. Si può sintetizzare così la fase conclusiva, almeno per quanto riguarda il filone ambientale, del processo Petrolgate riguardante il presunto traffico illecito di rifiuti relativo allo smaltimento dei reflui derivanti dalle attività estrattive in Val d’Agri.

L’udienza di ieri mattina, andata avanti per circa quattro ore, è stata caratterizzata dall’ennesimo botta e risposta tra accusa e difesa sul nodo cruciale attorno al quale ruota gran parte del processo, come peraltro più volte ribadito dallo stesso presidente del collegio giudicante, il giudice Rosario Baglioni, ovvero la caratterizzazione delle acque di produzione destinate a reiniezione tramite il pozzo Costa Molina 2 e quelle, invece, destinate allo smaltimento presso diversi impianti di trattamento come rifiuti non pericolosi.

Il pubblico ministero Laura Triassi ha chiesto ed ottenuto di riascoltare, a quasi quattro mesi di distanza dalla prima convocazione, i tre consulenti chiamati dall’Eni a controbattere alle tesi della procura di Potenza sul presunto smaltimento illecito dei reflui prodotti dal Cova di Viggiano.

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di Fabrizio Di Vito