Elezioni in Basilicata, il Pd si schiera con Lettieri: “Chiorazzo il nuovo Dinardo. Al tavolo del centrosinistra porta il suo nome come candidato presidente”

Il tavolo della presidenza dell'assemblea del partito democratico

Il Pd si schiera con Lettieri e gli dà mandato di portare al tavolo del centrosinistra il nome di Chiorazzo come candidato presidente alle prossime elezioni regionali

POTENZA – Una direzione regionale del Partito democratico fiume. Di quelle a cui non si assisteva da tempo. E che, proprio come un tempo, ha messo in scena tutti i volti del Pd. Alla fine, però, la decisione è all’unanimità dei presenti, con la fronda “margiottiana” che, ritrovatasi minoranza, abbandona la sala del seminario maggiore di Potenza un istante prima del voto. Sono passate le 22, la direzione si è protratta per circa cinque ore, ma il mandato al segretario regionale Giovanni Lettieri è chiaro: portare il nome di Angelo Chiorazzo come candidato alla presidenza della Regione Basilicata al tavolo del centrosinistra.

Perché, come ha detto in un intervento in “punta di piedi” e “con il cuore in mano” Roberto Speranza, “abbiamo una chance senza precedenti per vincere, si è aperto un verso insperato”. E questo anche grazie a un “fatto nuovo”. Quello del civismo di Basilicata casa comune. “Nato dal basso. Un fatto straordinario che ho visto prendere forza man mano che passava il tempo”. E ora, dunque, per il Pd il tema “non è quello della rinuncia politica, ma di una scelta politica d’eccellenza”. Come fu già con Dinardo, quando si diede il via a un nuovo “ciclo politico”.

La direzione regionale del Pd tenutasi ieri a Potenza. Nelle prossime elezioni in Basilicata per il Pd Chiorazzo è il nuovo Dinardo.

O anche perché, come ha invece rimarcato De Filippo, per i “padri nobili” del partito, è tempo di “sostenere”. Di “costruire”. Anche mettendosi di lato.

L’epilogo di una direzione iniziata proprio con la relazione di Lettieri. Una relazione pacata, ma anche di chi non ha alcuna intenzione di “nascondersi”. E infatti, se da una parte il segretario comincia il suo discorso parlando del “progetto da offrire ai lucani” alle prossime elezioni regionali, e delle tappe che, da qui a tutto novembre, bisognerà percorrere per definire quella che dovrà essere la “piattaforma programmatica”, dall’altra, il messaggio è chiaro quando parla della necessità di un Pd che non può e non deve essere ancora percepito come “il partito degli organigrammi o delle poltrone”. Perché alle Regionali, sottolinea, il “Partito democratico ha il dovere di vincere” di fronte a un centrodestra che ha dato alla Regione “il peggior governo della sua storia”.

“Cinque anni – ha sottolineato facendo l’elenco di tutte le emergenze – senza alcuna visione e senza aver risolto un solo problema”. Ma anzi, chino di fronte al potere centrale, a iniziare dal “progetto scellerato dell’autonomia differenziata”. Per non parlare dello “scippo dell’acqua” e di quanto accaduto nella partita del petrolio. E allora – e qui arriva al nodo politico – quello che serve è un “unico fronte”.

E Lettieri non lascia fuori nessuno. Li cita tutti i partiti, uno a uno. Da quelli della sinistra ai centristi di Italia viva e Azione. E poi naturalmente i 5 stelle ma anche i Verdi, i socialisti e molti altri ancora. Tutti. Fino ad arrivare al cuore del tema. Perché, afferma, “non possiamo non confrontarci anche con il mondo civico” e, dunque, con Basilicata casa comune. Che ha già messo un nome sul tavolo come possibile candidato governatore, quello di Angelo Chiorazzo.

Un nome, dice il segretario del Pd lucano, che va colto positivamente “come una opportunità da offrire al tavolo di centrosinistra per allargare ancora di più il consenso”. Se l’obiettivo, naturalmente, è davvero quello di battere il centrodestra. Ma per farlo, aggiunge, “serve responsabilità”. E aprire, dunque, il tavolo del centrosinistra. Dove mettere a punto il programma e fissare i criteri per la composizione delle liste. Con un appello finale ai presenti, quello all’“unità del partito”. “Perché – conclude – abbiamo il dovere di stare insieme. Lo dobbiamo ai lucani”.

Parole che restano “sospese” nella sala del seminario maggiore di Potenza per oltre dieci minuti. Prima che qualcun altro decida di prendere la parola. Poi inizia il dibattito. Lungo e appassionato. I margiottiani da una parte, tutti gli altri dall’altra. Tra chi ritiene che il “primato della politica” coincida con se stesso. E chi con il futuro della Basilicata.


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